Giovanni Padovani


Sono trascorsi ormai tre anni da quando l’11 dicembre 2020 Giovanni Padovani è partito per i monti del Cielo.
Era una personalità di grande spicco, punto di riferimento per tutti ma sempre con atteggiamento umile e pronto a dare un consiglio e una parola giusta. Aveva la capacità di cogliere il bene o più ancora il valore dell’altro, e di appassionarsi e sostenere tale valore, fosse una persona o una attività o un evento o un progetto, fosse un gruppo, un’associazione o una cooperativa o la parrocchia; ascoltava e cercava quale fosse il bene.
Coglieva la possibilità, si immedesimava e accompagnava. E poi quando era convinto di quel bene, coinvolgeva.
Lo zio Giovanni ha lasciato un segno indelebile in ognuno di noi. I ricordi si mescolano e tanti sono i momenti vissuti con lui. Tutti gli abbiamo sempre riconosciuto i molteplici interessi culturali, la curiosità e la sete del sapere, l’attenzione ai problemi sociali, l’impegno giornalistico, il suo rigore e la competenza professionale.
Il suo ruolo di segretario generale alla Cassa di Risparmio e l’impegno instancabile presso la Fondazione l’hanno sempre contraddistinto come persona di grande professionalità e correttezza, che sapeva coniugare la capacità di investire in grandi progetti con l’obbiettivo di poter favorire chi era meno fortunato nella vita.
Questo suo aspetto lo si coglie molto bene in un biglietto scritto alla sua amata Rosa:” Cara Rosa … mi auguro che la Provvidenza ci lasci camminare insieme per noi e per gli altri.”. e finiva con una raccomandazione: “. il denaro possa essere sempre strumento di carità…”, una generosità profonda, libera e felice del dare.
Abbiamo sempre apprezzato la sua grande capacità di intessere relazioni, la cortesia e gentilezza di accostarsi alle persone bisognose, alla concreta disponibilità ad operarsi in parrocchia, nella chiesa, nei diversi campi di volontariato in particolare nella Croce Verde, la sua concreta attenzione per le iniziative e le istituzioni caritative ed educative.
Ma la sua grande famiglia è sempre stata l’associazione Giovane Montagna, di cui è stato presidente per tanti anni e per la quale si è speso in mille iniziative tra cui quella dei Quattro Passi di Primavera in collaborazione con U.S. Cadore che fin dal 1973 ha rivitalizzato il Quartiere di Po0nte Crencano facendolo emergere dal disinteresse e dall’insignificanza che sembrava avere nei confronti di altre zone della città.
Nel suo accostarsi alla montagna, lo zio aveva l’approccio di chi è sempre alla scoperta di qualcosa di nuovo da imparare, ma senza spirito di competizione, nel rispetto dell’ambiente e con l’attenzione al più debole. Sua è la preghiera che voglio condividere qui sotto con voi ed il quadretto che avrete certamente visto tra i sentieri delle nostre cime dal titolo “CHI AMA LA MONTAGNA LE LASCIA I SUOI FIORI”. Grazie zio.

PREGHIERA


Grazie, Signore
       per le gioie che ricevo dalla montagna,
       per la fatica che è scuola,
       per la soddisfazione che si ha
       quando si raggiunge la cima,
       per quel senso di contemplazione
       che prende poi a guardare intorno
       a sprofondare nell’orizzonte.
Grazie, Signore
       perché la montagna mi ricorda
       che ho bisogno degli altri.
Ti prego, Signore, che il far montagna
       non sia un altro momento possibile di egoismo.
Ti prego perché
       la cordialità, l’amicizia, la disponibilità
       che qui in montagna
       diventano un fatto spontaneo,
       lo siano nella vita quotidiana.
Ti ricordo gli amici scomparsi…
       e chi ha chiuso la giornata terrena sui monti.
       e se dono vuoi concedermi,
Signore misericordioso,
       questa grazia Ti chiedo:
       finché Ti piace tenermi in vita
       fammi camminare per le mie montagne.
                                          Amen