Gino Bertajola

Il nostro Gino il 25 settembre del 1987 – a soli 63 anni – è volato in Paradiso:

per lui è stato il suo “dies natalis” in cielo,  per chi è ancora in vita – invece – ha  lasciato un ‘solco’  che ti spezza ogni giorno – ancora oggi – il cuore;  

E’ sempre stato sereno e felice della vita vissuta e soprattutto della sua Famiglia: ossigeno della Sua esistenza.

La Famiglia, l’Eucarestia ed i malati sono stati gli ideali della Sua vita.     

Nel suo percorso terreno ha sempre ringraziato il Signore di averlo aiutato nelle grandi prove della guerra e, diceva, il forte aiuto della fede lo aveva sostenuto nel dolore per la perdita del padre (deceduto tragicamente) e nel superare la lunga malattia di sua Mamma.                                                                 

Il suo sorriso – ‘sotto i baffi’ –,  la sua serenità e soprattutto la sua bontà d’animo sono risultati anche ‘contagiosi’ per coloro che lo hanno conosciuto o frequentato.

Un percorso professionale d’“altri tempi”: studiava anche  la notte per poter migliorare il profilo professionale e poter meglio contribuire alle necessità della famiglia. L’unica donna della sua vita – Rosetta –  gli aveva regalato due figli; sempre ed in ogni occasione ringraziava il Cielo per quanto si era prodigata la Sua amata sposa assistendo con cura la sua mamma nel lungo periodo di sofferenza.

Lo scopo della sua vita si potrebbe sintetizzare in una sola parola: Famiglia –     Ha dedicato tutta la sua vita ai genitori (persi prematuramente), alla moglie, ai figli, agli amatissimi nipoti ed agli ammalati.

E’ stato tra le prime persone della nostra comunità ad aver a suo tempo ottenuto l’incarico di Ministro Straordinario della Comunione per mezzo del quale ha avuto la gioia di poter distribuire con le sue mani l’Eucarestia. Non perdeva occasione di ringraziare coloro che avevano dato a lui fiducia  ed aiuto nel cammino della fede. Da qui era nato anche un nuovo percorso che aveva rivolto ai sofferenti di Villa Monga. Una visita settimanale agli ammalati presso la struttura di Villa Monga era diventata velocemente la ‘quotidianeità’:  la mattina faceva una prima tappa in pasticceria… – per acquistare le caramelle morbide per le persone prive di masticazione.. -, poi in Villa Monga per proiettare i film nella sala dedicata e, subito dopo, iniziava ad imboccare coloro che all’ora di pranzo non avevano presente alcun parente e/o aiuto di assistenza….  Ogni pomeriggio, al rientro verso casa, ci ha sempre detto che ringraziava  il Cielo per la Sua generosità per avergli concesso di conoscere ed aiutare Persone che lo premiavano e ringraziavano ogni giorno anche solo con uno sguardo e con gli occhi…

Il suo modo di operare  ed aiutare, quasi sempre in modo ‘silenzioso’ e prudente non ha vietato – invece – la ‘risonanza’ che aveva ormai innescato e che gli ha permesso, nell’anno 1984, di ricevere dalle mani delle Autorità l’ambito “Premio della Bontà” (riconoscimento rilasciato ad uno ristrettissimo numero di persone).

Sempre vicino alla Comunità Parrocchiale si era prodigato, nei limiti delle sue competenze e conoscenze, a far nascere anche la nostra Chiesa Parrocchiale e farsi partecipe di iniziative ed occasioni  di crescita all’interno della Comunità.

Negli anni ha ‘speso’ le sue conoscenze e capacità per contribuire a far nascere inizialmente la Chiesa Parrocchiale – ora in utilizzo per le necessità della Comunità – e successivamente la realizzazione di un suo ‘sogno’ – un ‘sogno’ anche di Padre Alcibiade ed altri che credevano nella possibilità che quel sogno diventasse realtà – : la nuova Chiesa.

I Figli sono sempre stati orgogliosi di aver avuto un Maestro di Vita saggio, con un temperamento genuino che aveva saputo creare grandi legami, costruito con pazienza grandi relazioni mantenendo sempre il suo modo discreto di vita che anche oggi – dopo oltre trent’anni dalla sua scomparsa – gli viene riconosciuto.

I due adorati Nipoti erano già “la luce dei propri occhi”.

Gli ultimi anni di vita terrena era cosciente che la scienza medica non sarebbe stata in grado di curare la sua malattia e diceva …’se il Signore ha destinato di richiamarmi, fisicamente non ci vedremo più, ma sono certo perché la fede in Dio è grande, che vi sarò sempre vicino in spirito e pregherò molto chiedendo al Padre tutte le grazie che vi sono necessarie”

Grazie Papà.

POST SCRIPTUM

Il nostro caro Gino Bertajola il giorno 25 settembre alle ore 20 è volato in paradiso. Per la liturgia dovremo dire: «Per il nostro amico e fratello Gino il 25 è stato il suo “dies natalis” in cielo». L’Eucarestia, i malati, la famiglia, sono stati gli ideali della sua vita. Quando gli fu proposto di diventare Ministro Straordinario della Eucarestia, rimase perplesso, poi si preparò con estremo interesse, attenzione, partecipazione. Soleva ripetere: «È il dono più` grande che abbia ricevuto; oh! se ci fosse mia mamma!». I suoi han trovato tra le carte il suo testamento spirituale; lo proponiamo alla riflessione.

TESTAMENTO SPIRITUALE

Ringrazio il Buon Dio, che mi ha concesso la grazia tramite i miei cari genitori di essere venuto ad occupare un posto su questa terra, dandomi la possibilità di ammirare e meditare le meraviglie del creato.

Mentre scrivo sono sereno, nella mia mente ho tutti i miei cari famigliari, la mia cara Rosetta, la figlia Maria Grazia, il figlio Giorgio, la mia nuora Maria Grazia ed i grandi amori Francesco e Chiara.

Ringrazio sempre il Signore di avermi aiutato nelle grandi prove della guerra e con l’aiuto della fede mi ha sostenuto nel dolore per la perdita del padre (deceduto tragicamente) e nella lunga agonia della mamma.

Un grazie per avermi fatto conoscere la mia cara Rosetta (prima ed unica donna), che tanto ho amato e amo, causa il mio carattere non ho saputo dimostrarlo e della gioia di avermi dato due cari figli.

Non posso dimenticare quanto ha fatto la mia Rosetta per i miei genitori, in particolar modo come ha assistito con cura la mia mamma nel lungo periodo di sofferenza, sono certo che dal cielo la copriranno di grazie, e come ha cresciuto i nostri figli educandoli all’onestà.

Ringrazio i miei amatissimi figli per quanto hanno fatto per me, dandomi sempre l’attestazione di bene, anche a loro chiedo perdono se in molte circostanze mi sono dimostrato severo (credetemi non per cattiveria d’animo, anzi « in quelle occasioni ne soffrivo molto»), ma mi comportavo in quel modo per l’immenso amore.

Ancora un ringraziamento, a tutte le persone che in me hanno posto fiducia, a tutti i Padri della parrocchia che mi hanno aiutato nel cammino della fede, in particolar modo una riconoscenza al molto Reverendo Padre Alcibiade per avermi dato la possibilità di ottener l’incarico di Ministro Straordinario della Comunone, per mezzo del quale ho avuto la grande gioia e nello stesso tempo tanto timore di non essere degno di distribuire con le mie mani l’Eucarestia, in questa occasione sento il dovere di ringraziare anche il Padre Giuseppe dei Camílliani (Capellano di villa Monga), che mi consente di distribuire l’Eucarestia ai sofferenti di Villa Monga, in questo servizio più volte mentre esponevo il Santissimo per darlo ad un ammalato mi prendeva un nodo alla gola perché in quella persona vedevo Gesù sofferente.

A te Rosetta ti confesso e lo dico con tanta gioia sia prima e dopo il matrimonio ti sono stato sempre fedele io ho mantenuto con orgoglio la promessa fatta all’altare il giorno che Gesù (tramite il Sacerdote) ci unì in matrimonio, di quanto ti sto dicendo è testimone il Buon Dio (già 39 anni trascorsi assieme).

Così figli vi raccomando di essere sempre vicini alla vostra mamma nei momenti di gioia ma in particolar modo nel dolore, amatela e non lasciatele mancare nulla.

Tu Giorgio ti rivolgo un’ulteriore raccomandazione assieme alla tua sposa, pregate continua­mente il Signore in segno di ringraziamento che vi ha benedetti donandovi due splendide creature, cercate di volervi sempre bene in ogni circostanza, come avete promesso davanti a Dio il giorno del vostro matrimonio. Aiutate tanto i vostri bambini a crescere onestamente ed educarli alla santa religione, che da essa tanto beneficio riceviamo.

Permettetemi di darvi un suggerimento ‑ leggete nella Bibbia in lingua corrente LDC‑ABU, a

pagina 1272 “Siracide” al c.lo 30 come si educano i figli.

Da tempo, sono sofferente ad una gamba, non conosco se è un male che la scienza medica sia in grado di curare, in ogni caso questa sofferenza la offro alla Madonna madre di Dio e madre nostra per tutte le mie colpe compiute in questi anni di vita.

Se il Signore ha destinato di richiamarmi, fisicamente non ci vedremo più, ma sono certo perché la fede in Dio è grande, vi sarò sempre vicino in spirito e pregherò molto assieme a tutti i nostri cari defunti chiedendo al Padre tutte le grazie che vi sono necessarie.

In queste righe penso di aver espresso il mio grande amore verso di voi.

`Un abbraccio … anche voi ricordatevi di pregare per me, in modo di aiutarmi a vedere presto il volto di Dio.

Vostro affezionatissimo Gino