Pighi Almerina

ALMERINA

Almerina nata nel 1908, è mancata nel 1991. La sua vita è trascorsa tutta nei servizi domestici e nella cura delle persone. Ha iniziata ancora giovane come “serva” nella famiglia Casati per raggiungere Don Piero quando è stato nominato parroco di S. Maria Ausiliatrice. Sebbene con una iniziale titubanza, ha continuato il suo servizio di perpetua con i nuovi Padri che sono venuti da Roma ed è rimasta in canonica fino alla morte.

L’Almerina … un mito!

Una pietra miliare della nostra adolescenza, noi degli anni 60.

Una donna unica, servizievole, umile, riservata, vergognosa.

Dolce nella sua rudezza di donna di campagna. Soddisfaceva tutte le richieste dei ‘ capi ’ come noi ragazzi, scherzando, chiamavamo i sacerdoti della parrocchia.

 Stravedeva per don Francesco.

Le piaceva stare con noi e scherzare e ridere ma quando arrivavano loro “sssst” e si metteva subito in riga. Gli piaceva stare con i giovani perché le rallegravano le giornate piene di routine e servizi.

Aspettando il Don ci fermavamo sempre da lei per farle una visita e lei ci regalava sempre di nascosto qualcosa, piccole cose, una caramella, un biscotto ma il pensiero non le mancava mai.

Facevamo anche discorsi seri con lei, non è che si scherzasse soltanto e lei ci stava ad ascoltare, ma sempre continuando a lavorare. Quando si muoveva andava sempre di corsa

La sua vita era casa, chiesa, camera, cucina. Difficile trovarla in giro per il quartiere a bighellonare o a chiacchierare, se volevi vederla dovevi andare in parrocchia o alla sera in chiesa al rosario.

D’estate tornava qualche giorno dai suoi parenti ed era in quelle occasioni che la vedevamo vestita elegante e con la borsetta sotto il braccio. Immancabile però la sua acconciatura: capelli legati e raccolti dietro la nuca .

In quei giorni la canonica ci sembrava cosi vuota senza di lei.

Al ritorno riprendeva subito a pulire, preparare, cucinare, accogliere, stringendoci in un abbraccio timido ma sincero con le mani che sapevano di “varechina” perché solo con quella la canonica era pulita e disinfettata.

Spirito di servizio!

Le volevamo bene

ALMERINA E GLI SCOUTS

E cosi Almerina ci hai lasciati!
Te ne sei andata in punta di piedi, in silenzio, senza clamore così come sei vissuta. Ma come non rimpiangerti!
Noi, “i tò putini”, di cui eri sempre orgogliosa ed ai quali chiedevi sempre notizie delle attività, delle uscite in programma, della scuola, della morosa o del lavoro (nulla ti sfuggiva). No,
non possiamo dimenticare la gioia con cui ci accoglievi a Natale quando venivamo da te a cantare le canzoni della stella o quando anni fa venisti a trovarci al campo estivo.

Le tue preoccupazioni perché ”i bambini” non prendessero freddo o si stancassero troppo, preoccupazioni che riservavi anche a noi grandi e soprattutto per il tuo Leonardo che non doveva prendere troppo freddo o affaticarsi. È bello ripensare al giorno in cui ti abbiamo dato il nostro
fazzolettone scout, nominandoti “scout ad honorem”, la tua ritrosia, la tua gioia, ma soprattutto il tuo orgoglio quando nell’indossarlo partecipavi alle nostre manifestazioni.
Si, cara Almerina, tu eri proprio una di noi, un esempio da seguire e da additare, perché se è vero che il motto scout è Estote Parati, nessuno meglio di te lo ha vissuto e interiorizzato e forse pensandoci bene scouts onorari dovremmo essere noi.
Ora che dire se non un grazie per tutto ciò che ci hai donato, sperando che fra tutti i semi che hai dispensato riusciremo a far sì che qualcuno germogli e siamo certi che l’amore che tu hai profuso sarà non solo un dolcissimo e caro ricordo, ma sarà vivo perché cercheremo di vivere anche noi “più buoni” anche nel ricordo del tuo sorriso che sempre ci accompagna.
Ciao e buona strada!
Grazie

(Dal Bollettino parrocchiale Aprile 1991)