Giuseppe Sessa


Il mio papà veniva dalla Sicilia. Nato a Noto nel 1916, si è trasferito a Verona per assolvere all’obbligo militare e qui conobbe mamma.
Si innamorarono, si sposarono e prima che nascesse mio fratello Vincenzo, scoppiò la guerra e papà fu chiamato alle armi.
Fu capitano di battaglione dei bersaglieri, impegnato nella campagna d’Africa.
Essendo antifascista, si rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò. Fu catturato e condannato a morte.
La mamma recatasi al comando tedesco col piccolo Vincenzo, riuscì a commutare la pena capitale in campi di lavoro e fu deportato in Germania.
Passato questo periodo infausto, tornato incolume a casa, dopo nove anni siamo nate io e due anni dopo mia sorella Manuela.
La famiglia si trasferì da Bovolone a Ponte Crencano nel 1961, quando il quartiere era in piena evoluzione.
Qui mio padre si fece conoscere fin da subito, essendo maestro elementare e capogruppo degli insegnanti. Per tutti era “il maestro”. Alla scuola si è dedicato anima e corpo con infinita passione. Considerava i suoi alunni come figli.
Penso che molti abitanti del quartiere, sicuramente i più anziani, ricorderanno i bellissimi saggi scolastici organizzati per le famiglie, con canti, e recite e le splendide esibizioni ginniche che lasciavano a bocca aperta i presenti.
Mio padre è stato un grande sportivo ed ha avviato allo sport moltissimi ragazzi, compresa la sottoscritta.
Quando furono costituite le circoscrizioni (inizialmente si chiamavano consulta di quartiere), fu nominato presidente della consulta del quartiere che si andava costituendo.
Fu un grande organizzatore di eventi, tornei ed altro. Si prodigò anche per istituire il coro della parrocchia.
Ha dedicato molte delle sue energie per il benessere del nostro quartiere e lo ha fatto con passione, finché le forze glielo hanno consentito.
Era un uomo risoluto, integerrimo, ricco di valori. L’Alzheimer se l’è portato via nel peggiore dei modi.

Enrica Sessa

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