PREGHIERA PER L’ITALIA

Sullo sfondo della comprensione della nostra società, come un macigno, resta un brutto dubbio (ben lo esprime dal professor Orsini) a proposito del pensiero dominante nelle università: il dialogo con le altre culture e religioni è possibile, l’apertura può essere positiva, ma per non esporci a rischi dobbiamo avere un’identità forte.
Ma ha l’Italia tale identità forte? Nel nostro Paese, a scuola si proibiscono le canzoncine su Gesù, ci si vergogna delle croci, si nascondono nei cessi i quadri della Madonna, si coprono le statue dei musei capitolini (la nostra Storia, la nostra cultura) per non disturbare l’ospite islamico.
Come può un Paese che rinnega così le tradizioni, che è così fragile e incerto nella sua identità, affrontare l’avanzata robusta dell’Islam e l’affermarsi scriteriato del laicismo?
Prima ci portano via la nostra economia, poi ci portano via la nostra anima. Forse quest’ultima è già perduta?
In effetti siamo estremamente deboli: se si tagliano le radici, nessuna pianta resta in piedi. Basta un soffio di vento ed è subito atterrata.

Dedichiamo tutto il mese di febbraio alla PREGHIERA PER L’ITALIA.

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